Quando è nato MILANOBANDIERE sembrava più di quello che era in realtà – ovvero un progetto nato da una “semplice” sperimentazione grafica. Poi, in poco tempo, MILANOBANDIERE si è trasformato in qualcosa di più. È cresciuto. E come spesso accade è cresciuto nel momento in cui è stato condiviso (e non si parla solo di social network). È stato condiviso negli stessi luoghi, fisici e non, che ha voluto identificare: il bancone di un bar, una piazza, un concerto, un circolo, un videoclip. È stato condiviso con le persone che in questi quartieri vivono, lavorano, costruiscono, lottano. Amici e non (ma che spero lo diventino). Alcuni di loro con le proprie testimonianze hanno colto le mie stesse ispirazioni, altri sono stati d’Ispirazione sin dall’inizio. Dentro MILANOBANDIERE ci sono più cose di quelle che si vedono, tra le altre: la ballata del Cerutti, le occupazioni de I pirati dei navigli, le lotte dei comitati di quartiere, la banda dell’Ortica, la reputazione del fare brutto di alcune periferie e il profilo multi-culturale di altre. MILANOBANDIERE è tutto questo: un omaggio a Milano, che si prende tanto, forse troppo, ma alla quale tutti abbiamo dato e dobbiamo qualcosa.